"I Giorni dell'Odio"
(dal 25 luglio 1943 al 2 giugno 1946)
La situazione bellica
La guerra è iniziata nel 1940,
ma la svolta a favore degli Alleati si è avuta nel 1942. Dopo i primi notevoli
successi, l'avanzata delle truppe italo - tedesche era stata fermata sia in
Russia che in Africa, dove il 30 ottobre del 1942 si svolse la battaglia di
El Alamein. Tedeschi e italiani si batterono eroicamente : protagonisti furono
i paracadutisti della Folgore, che si segnalarono per il loro coraggio, i fanti
delle divisioni Trieste e Brescia ; i granatieri di Sardegna e i bersaglieri
italiani della divisione Ariete : mentre tutti si ritiravano, l'ultimo messaggio
dal fronte venne proprio dagli italiani e diceva "Carri Ariete combattono".
In Russia le truppe dell'asse, dopo una travolgente offensiva che le aveva portate
fino a Stalingrado, erano state fermate dai primi freddi invernali e dalla strenua
resistenza dei soldati sovietici : il crollo era avvenuto tra la fine del 1942
e l'inizio del 1943. Tra il dicembre del 1942 e il gennaio del 1943 l'Armata
rossa scatena una violenta controffensiva. I reparti italiani dell'ARMIR furono
investiti dalla reazione dei soldati sovietici, nettamente superiori per numero
e per mezzi : costretti a marciare per migliaia di chilometri in difficilissime
condizioni ambientali e climatiche, gli italiani cadono a migliaia.
Intanto l'8 novembre gli anglo - americani sbarcano in Marocco e in Algeria
: le forze tedesche, minacciate di accerchiamento, ripiegano in Tunisia. Anche
qui però la tenace resistenza dell'asse dura poco : nel maggio del 1943 la Tunisia
è liberata dagli Alleati, che ormai controllavano pienamente il Mediterraneo.
Gli Alleati sbarcano in Sicilia nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943, dopo
aver massicciamente bombardato l'isola per tutto il mese di giugno. Pochi giorni
dopo, il 19 luglio, Roma viene bombardata per la prima volta : particolarmente
colpito è il popoloso quartiere di San Lorenzo, in cui si contano circa 1500
morti e migliaia di feriti.
Il 'colpo di stato' del 25 luglio
In questa drammatica situazione il 25 luglio si svolge la seduta del Gran Consiglio
del fascismo che pone fine al ciclo del fascismo regime : in essa viene infatti
approvato un ordine del giorno che mette in minoranza il capo del governo Benito
Mussolini. Nel documento si chiede infatti al Duce di rivolgersi al re affinché
assuma il comando delle forze armate e riprenda il potere decisionale che gli
è proprio. Alle ore 11.00 del 25 luglio, dopo 18 ore di seduta, il maresciallo
Pietro Badoglio, prima ancora che il Duce sia ricevuto dal re, riceve e controfirma
il decreto di nomina a capo del governo e ordina all'esercito di presidiare
i punti nevralgici della capitale. Nel pomeriggio Mussolini viene ricevuto da
Vittorio Emanuele III, che gli comunica di averlo sostituito con Badoglio :
al termine dell'incontro il Duce viene fatto salire su un'ambulanza dai carabinieri
e viene condotto agli arresti nella caserma di via Legnano. Poco dopo (ore 22.45)
il re annuncia alla radio di aver accettato le dimissioni di Mussolini e di
averlo sostituito con Badoglio ; nello stesso messaggio afferma inoltre di aver
assunto il comando delle forze armate e ordina di riprendere i posti di combattimento.
Segue un messaggio conforme di Badoglio.
La capitolazione dell'Italia
Il governo Badoglio prese contatti con gli Alleati, con i quali fu firmato l'armistizio
a Cassibile, l 3 settembre 1943. La notizia della resa del governo Badoglio
agli Alleati viene diffusa ufficialmente l'8 settembre 1943 poco prima delle
18.30 attraverso la radio americana dal generale Eisenhower, che legge una dichiarazione
dove si annuncia la capitolazione senza condizioni dell'esercito italiano. Anche
Radio Londra diffonde il testo del documento. Alle 19.45 gli italiani vengono
a conoscenza della capitolazione per mezzo della radio, alla quale Badoglio
legge il messaggio : "Il governo italiano, riconosciuta l'impossibilità
di continuare l'impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento
di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio
(...). La richiesta è stata accolta (...)". Attraverso Radio Londra la
notizia della capitolazione dell'Italia è appresa anche dalla Germania.
Il commento del ministro della Propaganda Goebbels è estremamente duro : quello
dell'Italia è "un modo di procedere unico e senza precedenti nella storia".
Nella notte tra l'8 e il 9 settembre gli Alleati sbarcano a Salerno ma incontrano
una violenta resistenza da parte delle truppe tedesche mentre attorno alla capitale
reparti italiani, obbedendo all'armistizio, attaccano le truppe tedesche che
si preparano ad entrare a Roma. La capitale è infatti accerchiata dalle forze
della Wermacht, che respinge gli attacchi : il 10 settembre infatti lo Stato
Maggiore italiano firma la resa ai tedeschi. Poco dopo Albert Kesserling, comandante
delle forze tedesche, dichiara Roma 'città aperta'. All'alba del 9 settembre,
per timore di essere fatti prigionieri dai tedeschi, Vittorio Emanuele III,
la sua famiglia, Badoglio e alcuni ministri e ufficiali abbandonano la capitale
per recarsi a Brindisi, dove giungono il giorno seguente. Nello stesso giorno
è costituito il CLN, di cui fanno parte membri del Pci, della Dc, del Psiup
(Partito socialista di unità proletaria), del Partito d'Azione, del Pli e della
Democrazia del lavoro.
La nascita della RSI
Alle 14.00 del 12 settembre Mussolini viene liberato dai tedeschi a Campo Imperatore
sul Gran Sasso, dove era stato confinato. L'operazione è condotta da un reparto
di paracadutisti a capo del quale c'è il colonnello Otto Skorzeny, comandante
delle truppe speciali tedesche. Nel pomeriggio del giorno seguente il Duce atterra
a Monaco, dove è ad attenderlo la famiglia.
Dopo alcuni colloqui con il Furher, la sera del 15 settembre Mussolini fa diramare
dal quartier generale tedesco alcuni ordini del giorno da lui firmati con i
quali annuncia di riprendere la suprema direzione del fascismo, nomina Pavolini
segretario del PFR, ordina alle autorità di riprendere il proprio posto, dichiara
di ripristinare tutte le istituzioni del partito con il compito di appoggiare
i tedeschi ed infine costituisce la Milizia volontaria della sicurezza nazionale.
Mussolini poi parte per Monaco di Baviera, da dove il 18 settembre pronuncia
dai microfoni di Radio Monaco un discorso col quale annuncia la costituzione
del Partito fascista repubblicano e della Repubblica Sociale.
Punti principali del progetto politico del nuovo Stato sono : ripresa delle
operazioni belliche a fianco di Germania e Giappone, riorganizzazione delle
forze armate, punizione dei traditori del 25 luglio e fare del lavoro il soggetto
principale dell'economia. Mussolini rientra in Italia il 23 settembre e forma
il nuovo governo che si riunisce per la prima volta a Rocca delle Carminate
(Forlì) il 27 settembre.
Mussolini in quanto capo del governo assume le funzioni provvisorie di capo
dello Stato, in attesa della Costituente e dell'elezione del presidente della
Repubblica : il nuovo governo repubblicano con questo atto estende la sua giurisdizione
su tutto il territorio nazionale, compreso quello occupato dagli Alleati.
La differenza tra il governo del Nord e quello del Sud fu sensibile : mentre
infatti nel primo caso varie divisioni tedesche furono incorporate in un'Armata
italiana e poste sotto il comando di un generale italiano, al Sud non accadde
mai che soldati inglesi o americano fossero posti al comando di generali italiani.
Il governo repubblicano fu quindi l'unico governo italiano del periodo considerato,
ma fu un governo di fatto e quindi non legittimo anche perché, essendo stati
soppressi dopo il 25 luglio quasi tutti gli organi costituzionale, non poteva
esserci un governo legittimo fino a che non fosse entrata in vigore una nuova
costituzione. Esso stesso si dichiarò un governo provvisorio e si pose come
compito principale quello di preparare la Costituente, 'potere sovrano di origine
popolare' per la creazione di una nuova Costituzione italiana.
L'8 gennaio del 1944 inizia a Verona il processo contro i 19 membri del Gran
Consiglio che avevano votato contro Mussolini nella seduta del 25 luglio che
aveva segnato la caduta del fascismo. Gli imputati, tra i quali vi è anche Galeazzo
Ciano, marito della figlia di Mussolini, sono condannati a morte in quanto giudicati
colpevoli di tradimento. La sentenza venne eseguita nonostante le preghiere
di Edda, moglie di Ciano, presso il padre.
Il nuovo Stato
La via della RSI è intrapresa, oltre che dalle migliaia di italiani che avevano
rifiutato l'8 settembre, anche da chi vuole cambiare le cose, da chi vuole creare
uno Stato nuovo con una precisa caratterizzazione sociale in grado di trasformare
e di applicare in più ampie prospettive le conquiste del Ventennio. I principi
fondamentali del nuovo Stato, espressi nei 18 punti del Manifesto di Verona,
lo vedevano fondarsi su un potere sovrano di origine popolare che dichiari decaduta
la monarchia e proclami la repubblica sociale nominandone il capo. Si sarebbe
poi dovuto procedere alla convocazione di un'assemblea Costituente che dovrà
assicurare al cittadino il diritto di controllo e di responsabile critica su
tutti gli atti della pubblica amministrazione. Ogni cittadino dovrà poi pronunciarsi
sull'elezione del presidente della Repubblica.
Per quanto riguarda la materia sociale, fondamentale è l'aver posto il lavoro,
in ogni sua manifestazione, a base della Repubblica Sociale. A fronte di ciò
si sottolinea poi che la proprietà privata è garantita dallo Stato, ma essa
non deve però divenire disintegratrice della personalità di altri uomini attraverso
lo sfruttamento del lavoro. Viene inoltre stabilita la partecipazione degli
operai agli utili delle aziende, la costituzione di cooperative nell'agricoltura
e l'importanza fondamentale del diritto alla casa. Una delle principali cure
e dei principali meriti del governo repubblicano fu la difesa degli impianti
industriali, di cui il piano tedesco di occupazione prevedeva il trasporto in
Germania. La stessa costituzione del Governo impedì la realizzazione di tale
progetto tedesco e permise, con lunghi mesi di attente vigilanza delle forze
armate repubblicane, di salvare l'industria del Nord, gli impianti portuali
di Genova, Venezia, Savona, Trieste e una serie di opere d'arte e di pubblica
utilità. Particolarmente importante fu poi anche la difesa del valore della
moneta : a fronte della situazione del Sud, dove l'incontrollata emissione delle
cd. Am - lire ha fatto crollare la lira, al Nord la situazione è salvata dal
ministro delle finanze della RSI. Il suo programma a breve termine (ritiro immediato
dei marchi di occupazione, mantenimento del controllo sull'emissione, salvataggio
della riserva aurea e il riequilibrio tra entrate e spese dello Stato) e la
fermezza con la quale il governo lo sostenne, portò alla firma del Protocollo
di Fasano (25 ott.1943), con il quale si riafferma la sovranità della RSI nell'importante
settore monetario.
Il regno del sud e il CLN
Il governo Badoglio nel frattempo tenta di ricostruire al Sud un esercito da
affiancare agli Alleati, ma incontra notevoli difficoltà sia per la completa
demoralizzazione dei soldati, sia per l'opposizione degli anglo - americani,
che non hanno alcuna intenzione di esaudire il desiderio di Badoglio di dimostrare
che anche l'Italia partecipa alla guerra. Nonostante ciò Badoglio dichiara guerra
alla Germania il 13 ottobre del 1943. Sperando con questo di ottenere dagli
Alleati il riconoscimento di nazione cobelligerante. Nonostante gli sforzi del
governo, il cd. Regno del Sud non riesce a costituire un proprio esercito, limitandosi
infatti a schierare a fianco degli Alleati solo cinque gruppi di combattimento,
che tra il '44 e il '45 gli inglesi accettano di armare. Con l'impiego anche
se sporadico di uomini e mezzi Badoglio vuole raggiungere due obiettivi : acquisire
meriti presso gli Alleati e ricostituire un esercito regolare per impedire la
formazione di gruppi combattenti volontari ad opera del CLN. Badoglio teme infatti
che il contributo di tali gruppi su tutto il territorio nazionale possa rafforzare
la posizione del CLN che di fatto diverrebbe un secondo governo.
I primi tentativi di organizzare gruppi volontari erano stati quelli del Fronte
nazionale a Bari (metà settembre '43) e del Fronte nazionale della liberazione
a Napoli (ottobre '43), tra i ci ispiratori c'è Benedetto Croce, che scrisse
anche un manifesto che annunciava la formazione dei gruppi combattenti Italia
e sollecitava l'arruolamento di volontari. Fu compilato addirittura un bando
con le modalità di arruolamento.
Vi fu certamente una scarsa aderenza di volontari, ma il motivo principale per
cui le prime iniziative del genere fallirono fu innanzitutto l'ostilità di Badoglio,
che intendeva invece costituire un esercito regolare.
Il 10 ottobre del 1943 il governo del Sud emana un provvedimento che ordina
lo scioglimento immediato di qualsiasi formazione di volontari ma Badoglio,
snobbato dagli Alleati e con scarsi mezzi a disposizione, non è in grado di
reagire quando i comunisti prendono l'iniziativa e assieme a socialisti ed azionisti,
impongono il governo del CLN. Fra il 15 e il 20 gennaio 1944 i rappresentanti
del CLN di Torino prendono contatto con il CLN di Roma, che stabilisce che debba
essere Milano la sede del governo straordinario del Nord fino al termine dell'insurrezione.
I partiti che costituiscono il CLNAI sono : PCI, P.d'A., PSIUP, DC e PLI.
Uno dei problemi più dibattuti all'interno del CLN è quello legato alla questione
istituzionale : alcuni partiti (azionisti e socialisti), vorrebbero cacciare
immediatamente la monarchia sabauda, altri (DC, PLI e Democrazia del Lavoro)
sono invece per rinviare la scelta ad un referendum da tenersi una volte cessate
le ostilità ; i comunisti rimangono alla finestra in attesa del ritorno di Tolgiatti
dalla Russia, cosa che avviene il 27 febb.'44 : in tale occasione il leader,
allo scopo di troncare le polemiche attorno alla questione istituzionale, fa
appello all'unità delle forze antifasciste e propone di rinviare la soluzione
del problema alla cessazione delle ostilità.
Allo scopo di indagare sul passato dei gerarchi fascisti il 27 luglio del '44
viene costituito l'Alto commissariato per la punizione dei presunti delitti
e illeciti del fascismo.
Benché però di tale organismo facciano parte noti antifascisti e benché le indagini
siano scrupolose e dettate da preconcetti e pregiudizi, a carico dei gerarchi
fascisti non risulterà alcun addebito.
Inesistente o quasi l'Esercito del Sud, gli antifascisti organizzano la resistenza
nelle zone controllate dalla RSI e dai tedeschi. I primi gruppi partigiani,
che prendono posizione sulle montagne, si formano con gli sbandati (prigionieri,
disertori e renitenti alla leva) e gli antifascisti militanti. La fine del '43
e l'inizio del '44 sono i mesi dell'organizzazione, dell'armamento e dell'addestramento
delle formazioni partigiane. Era inoltre indispensabile stabilire un minimo
di collegamento e di collaborazione tra le varie formazioni, oltre che la ricerca
di un minimo comune denominatore che potesse unirle.
Fin dall'inizio nella Resistenza predominano però due schieramenti più rilavanti
schierati su posizioni opposte: da una parte i cattolici, dall'altra i marxisti.
I primi sono fautori di una lotta clandestina non violenta, i secondi auspicano
un'attività violenta contro fascisti e tedeschi.
Ritornando all'autunno del '43, con i Gruppi di azione patriottica (GAP) e le
Squadre di Azione patriottica (SAP), la Resistenza organizza il terrorismo nelle
città contro i fascisti e i tedeschi con attentati, assassinii, rappresaglie
e stragi. Formati da 3 - 4 persone, i GAP non avevano rapporti tra loro e comunicavano
direttamente con il comando generale.
Le SAP invece agivano in città come milizia clandestina di fabbrica. Fra i più
attivi ci sono Rosario Bentivegna, Carla Capponi, Franco Calamndrei, Fabrizio
Onofri e altri. Il primo attentato è del 1 ottobre '43, quando i terroristi
collocano sotto il palcoscenico del Teatro Adriano una bomba mentre parlano
il maresciallo Graziani ed il generale tedesco Stahel. L'ordigno però non esplode.
Sono i comunisti che tentano di raggiungere vari obiettivi attraverso la lotta
di liberazione, primo tra tutti quello di dare alla Resistenza un carattere
più politico che militare. Si spiegano così l'eccidio di Via Rasella, l'assassinio
di Gentile, gli omicidi dei GAP, compiuti per provocare la sanguinosa reazione
del nemico e coinvolgere anche la popolazione inerme nel gioco del massacro.
Secondo Bocca, azionista e partigiano, "il terrorismo ribelle non è fatto
per prevenire quello dell'occupante ma per provocarlo e inasprirlo. Esso (...)
cerca le ferite, le punizioni, le rappresaglie per coinvolgere gli incerti (...)".
Una strategia questa che sarà adottata anche dopo l'aprile del '45 con l'assassinio
metodico e capillare degli avversari politici e dei personaggi scomodi.
I rapporti tra gli Alleati e il CLN, spesso tesi ed equivoci, subiscono una
profonda crisi nell'inverno del '44 quando il generale inglese Alexander, comandante
delle forze alleate in Italia, invita i partigiani a congelare ogni attività.
In verità gli Alleati non avevano mai visto di buon occhio la costituzione di
un esercito clandestino, ben sapendo che erano i comunisti a volerlo e a pilotarlo.
Avrebbero preferito azioni di sabotaggio e di guerriglia. E' per questo quindi
che il 10 novembre del '44 il generale Alexander emana via radio il suo proclama,
che invita i partigiani a sospendere le operazioni per l'inverno e ad attendere
nuovi ordini.
I dirigenti comunisti hanno però timore che, una volta a casa, coloro che hanno
scelto la lotta armata non torneranno in montagna. Dietro il proclama sospettano
quindi che vi sia l'intenzione di liquidare la Resistenza. Contemporaneamente
al proclama di Alexander, tedeschi e fascisti infliggono duri colpi ai partigiani
: vengono catturati i comandi regionali piemontese, veneto e ligure ; viene
ucciso il comandante della Piazza di Milano ; vengono arrestati da fascisti
e tedeschi numerosi partigiani.
La risposta dei partigiani al proclama è stata quella di interpretarlo modificandone
formalmente e sostanzialmente il significato : non si trattava di un ordine
di smobilitazione generale, ma di un invito al limitare le iniziative su larga
scala, che non sarebbero riuscite in quanto non avrebbero potuto avere l'appoggio
dell'esercito alleato.
Con questa presa di posizione si riesce a scongiurare lo smantellamento delle
formazioni partigiane.
Successivamente, allo scopo di chiarire in modo definitivo la posizione del
CLNAI nei confronti degli Alleati, una delegazione scende al Sud : il 7 dicembre
sono firmati i cd. Protocolli di Roma, che vedono i partigiani accettare di
eseguire tutte le istruzioni degli Alleati nel corso del conflitto e dopo la
liberazione del territorio ed essere riconosciuti dagli Alleati come governo
di fatto e di diritto dell'Italia del Nord. Il 21 dicembre arriva anche il riconoscimento
da parte del governo del Sud.
La guerra civile
Gran parte dei comunisti ha sostenuto che quella contro i fascisti è stata una
guerra di liberazione. In verità quella che ha visto contrapporsi italiani contro
italiani, partigiani contro fascisti è stata una vera e propria guerra civile
: una lotta senza quartiere, fatta di provocazioni, rastrellamenti, incursioni,
sanguinosi conflitti, rappresaglie da una parte e dall'altra.
Tra gli episodi più efferati vi sono certamente l'uccisione del federale di
Ferrara Ghisellini (13 novembre '43) ; la strage di Campegine (28 dicembre '43),
in cui furono uccisi dalla GNR i sette fratelli Cervi, accusati di aver fatto
della loro fattoria una base partigiana ; la fucilazione di cinque partigiani
a Campo di Marte a Firenze ( 22 marzo 1944), vendicata in seguito con l'uccisione
di Gentile (15 aprile '44) ; attacco gappista ad una colonna tedesca in ritirata
in via Rasella a Roma (23 marzo 1944), dove muoiono 33 soldati : per vendicare
tale episodio i tedeschi hanno compito la strage delle Fosse Ardeatine, dove
vengono trucidati 335 detenuti politici ; fucilazione da parte dei tedeschi
in ritirata del deputato socialista Bruno Buozzi (4 aprile 1944) ; uccisione
dei fratelli Govoni, trucidati a guerra finita dai partigiani (11 maggio 1945).
L'offensiva degli alleati e la fine della guerra
Nel secondo semestre del '44 la situazione bellica volge, progressivamente ma
in maniera inarrestabile, a favore degli Alleati. Dal 28 novembre al 1 dicembre
del '43 si incontrano a Teheran Roosvelt, Churchill e Stalin. In questa conferenza
'i tre grandi' decidono di aprire un secondo fronte, che avrebbe dovuto portare
la guerra nel cuore della Germania. Tale progetto fu posto in essere il 6 giugno
del '44, quando gli anglo - americani sbarcano in Normandia. I tedeschi furono
colti di sorpresa : pur contendendo ai nemici il terreno palmo a palmo, alla
fine dovettero ritirarsi.
Parigi insorse il 19 agosto ed il 26 agosto De Gaulle entrava nella capitale
; a metà settembre la Francia era libera. La frontiera tedesca viene raggiunta
l'11 settembre dalle truppe statunitensi, mentre un mese dopo l'Armata Rossa
varca i confini del Reich nella Prussia orientale e punta verso Berlino.
Nel frattempo in Italia furono di particolare rilevanza gli scontri cruenti
che si ebbero nel periodo giugno - ottobre 1944 tra i partigiani e le forze
italo - tedesche : da essi emerge infatti che la guerra civile fa un salto di
qualità passando da attentati e uccisioni isolate e conseguenti rappresaglie
da entrambe le parti a veri e propri scontri militari.
Ai primi del giugno '44 le formazioni partigiane, su precisa disposizione del
CLNAI sferrano un'offensiva contro fascisti e tedeschi in numerose regioni,
particolarmente in alcune zone del Piemonte e dell'Emilia. Degna di nota è pure
la lunghissima battaglia di Firenze, che va dall'11 agosto al 2 settembre '44
: ne furono protagonisti circa 300 franchi tiratori fascisti, che impegnarono
a lungo le forze alleate e partigiane.
Nel dicembre del '44 i tedeschi riuscirono ancora a scatenare una potente controffensiva
attraverso la foresta delle Ardenne : sembrò che tale azione dovesse avere successo,
ma alla fine gli americani la arrestarono. E' di questo periodo anche l'ultimo
sprazzo luminoso della RSI, che si verifica il 16 dicembre del '44, quando al
teatro Lirico di Milano, gremito di folla entusiasta, parla Benito Mussolini.
E' l'ultima apparizione in pubblico del capo del fascismo.
I primi tre mesi del '45 sono caratterizzati da due avvenimenti di portata storica
: le trattative per la resa delle truppe tedesche in Italia e l'apertura della
conferenza di Yalta.
Qui si riunirono di nuovo i 'tre grandi' Stalin, Roosvelt e Churchill, che raggiunsero
un accordo sull'attacco finale alla Germania : fu l'inferno sulla Germania.
Le città tedesche furono sottoposte ad atroci bombardamenti : nello stesso mese
di febbraio del '45 a Dresda morirono sotto un bombardamento più di 200mila
persone.
Le trattative tra rappresentanti delle truppe tedesche ed agenti dei servizi
segreti americani iniziano ufficialmente il 3 marzo '45 e si tengono in Svizzera
all'insaputa del governo della RSI. Si concluderanno il 29 aprile a Caserta,
dove viene posta la firma della resa incondizionata delle armate tedesche e
fasciste in Italia.
A tale avvenimento si giunge dopo giorni drammatici : mentre gli Alleati attraversano
il Po, il CLNAI impartisce l'ordine di insurrezione generale nell'Alta Italia.
A Milano, nelle prime ore del pomeriggio del 25 aprile, si tiene presso la sede
arcivescovile un incontro tra il capo del governo della RSI e i rappresentanti
del CLNAI, che hanno ordine di imporre ai fascisti la resa senza condizioni.
Mussolini giunge all'Arcivescovado seriamente intenzionato a risolvere la situazione
nel miglior modo possibile : le sue richieste sono volte ad ottenere garanzie,
che vengono concesse, sulla vita dei fascisti e delle loro famiglie. Quanto
alla ritirata delle truppe fasciste, Graziani ribadisce che non avrebbe fatto
nulla senza previamente accordarsi con l'alleato tedesco : è a questo punto
che i fascisti vengono a conoscenza delle trattative già da alcuni giorni in
corso tra tedeschi e Alleati. Mussolini insorge indignato per non esserne stato
informato e lascia l'Arcivescovado.
Alle 20.00 dello stesso giorno Mussolini, assieme a gran parte del governo,
lascia Milano in direzione di Como, dove giunge verso le 22.00 : il progetto,
peraltro già stabilito da alcuni giorni, era quello di concentrare le forze
rimaste nel ridotto della Valtellina e resistere fino all'arrivo degli Alleati.
Nello stesso giorno le forze partigiane mettevano in atto i piani insurrezionali
già da tempo preparati : non ci si era preoccupati infatti di predisporre solo
un piano strategico generale per l'insurrezione, ma si volle fossero preparati
anche piani tattici dettagliati in ogni città ed in ogni unità partigiana.
Detti piani hanno avuto senza dubbio la loro importanza nel successo dell'insurrezione
del Nord, ma il giudizio del comandante in capo delle forze alleate Alexander
è in proposito lapidario : "Vi fu beninteso l'insurrezione del 25 aprile
'45, ma ciò avvenne dopo che gli eserciti tedeschi erano stati distrutti in
battaglia a sud del Po, dopo che essi avevano intavolato trattative per la resa
e soltanto una settimana prima della loro capitolazione finale".
Mentre a Milano i partigiani occupano la prefettura, a Como Mussolini è indeciso
sul da farsi : alcuni gli consigliano di lasciare immediatamente la città senza
attendere l'arrivo della colonna fascista guidata da Pavolini ; altri tentano
di convincerlo a riparare in Svizzera finché è in tempo, ma egli si rifiuta,
coerentemente con la sua decisione di restare con i fascisti e in mezzo ai fascisti
per dividere fino in fondo il loro destino. Decise di lasciare Como senza aspettare
Pavolini, nel timore di restare intrappolato tra i gruppi di partigiani che
avevano preso Milano.
Le rimanenti forze fasciste erano a questo punto ripartite in varie colonne
armate e pronte a combattere ma isolate e quindi ignare del destino delle altre
forze e di Mussolini : l'abile diplomazia partigiana riesce a questo punto convincere
i vari comandi, già peraltro in difficoltà nel trattenere le truppe ormai allo
sbando, di essere circondati e che era inutile resistere. Si consuma così, tra
il 25 e il 27 aprile, la resa della maggior parte delle forze repubblicane rimaste.
Quando il 27 aprile Pavolini raggiunge Mussolini a Menaggio aggregandosi ad
una forte ed armata colonna tedesca, gli consiglia di dirigersi nuovamente verso
Como, dove si trovavano le ultime forze repubblicane. Il Duce decide però di
seguire la colonna tedesca fino in Valtellina. Tutto procede per il meglio fino
a Musso dove, appena fuori dal paese, la colonna è costretta a fermarsi a causa
di un tronco d'albero che blocca la strada. Gruppi partigiani montano la guardia
nei pressi.
Se i tedeschi avessero aperto il fuoco il posto di blocco sarebbe stato superato
senza difficoltà, ma il comandante della colonna, al corrente delle trattative
di resa, preferisce trattare. Sono le 6.45 del mattino del 27 aprile.
Dopo ben sei ore viene raggiunto un accordo : i tedeschi possono proseguire
a patto che i partigiani possano controllare la carovana nella piazza di Dongo
e arrestare tutti gli italiani presenti.
Abbandonati dai tedeschi, che vogliono lasciare al più presto il suolo italiano,
i fascisti non hanno scampo. Dopo un tentativo di difesa (si parla di una violenta
sparatoria), i fascisti sono arrestati e Mussolini viene condotto, insieme a
Claretta Petacci, in una casa sicura vicino ad Azzano. Il giorno dopo, 28 aprile,
nelle prime ore del pomeriggio, Mussolini e Claretta sono portati a Giulino
di Mezzegra e uccisi alle 16.10. Poco dopo, verso le 17.30, i partigiani fucilano
davanti alla ringhiera del lungolago di Dongo quindici gerarchi fascisti, che
muoiono con fierezza e dignità. Tutti vogliono essere colpiti nel petto ma i
partigiani li costringono ad essere fucilati di schiena, come si fa con i traditori
: allo scatto delle armi la medaglia d'oro Barracu si gira urlando di avere
diritto, in qualità di medaglia d'oro, ad essere colpito nel petto. Viene girato
verso il muro con uno strattone poco prima che varie raffiche di mitra investano
i gerarchi. Il giorno prima era stato fucilato anche Farinacci, che prima di
morire consegna ad un sacerdote i soldi che ha in tasca dicendo di portarli
ai poveri di Cermona.: Farinacci, anche lui costretto ad essere fucilato di
spalle, riesce a voltarsi di scatto poco prima di essere colpito da una scarica
di mitra e muore gridando "Viva l'Italia".
La mattina presto del 29 aprile i partigiani provenienti da Dongo scaricano
davanti alla stazione di servizio di Piazzale Loreto i cadaveri di Mussolini,
della Petacci e degli altri fascisti fucilati sul Lungolago. Qui il 10 agosto
del '44 erano stati fucilati 15 detenuti politici antifascisti come rappresaglia
all'uccisione di due soldati tedeschi. Da allora Piazzale Loreto era divenuto
un simbolo per la Resistenza. I fascisti giustiziati sono 23, di cui sette,
tra cui Mussolini, la Petacci e Pavolini, sono appesi per i piedi al traliccio
del distributore di benzina. La gente, accorsa in massa per assistere allo 'spettacolo',
fa scempio dei cadaveri.
Il 29 aprile viene ucciso a Milano anche l'ex segretario del PNF Achille Starace,
che da tempo non si interessava più di politica : alla notizia della morte del
Duce esce di casa e giunge in Piazzale Loreto. Scorgendo il Duce, Claretta e
gli alti gerarchi appesi a testa in giù ai ganci del distributore di benzina,
non riesce a restare impassibile :in mezzo alla gente che urla, strepita e insulta
e tira calci ai morti, Starace saluta romanamente e viene immediatamente riconosciuto
e arrestato.
Al comandante del plotone di esecuzione che indicandogli il corpo di Mussolini
gli chiede "Riconosci chi è quello ?" risponde con serenità e decisione
: "Sì, è il mio Duce". Dopo di ciò viene fucilato e appeso al distributore
accanto a Mussolini.
Nel frattempo Hitler era a Berlino, chiuso nel bunker della cancelleria assediata
dai russi. Attorno a lui, per le strade della città, si combatteva una battaglia
durissima : tedeschi e russi si affrontavano corpo a corpo nelle strade, nelle
case, nelle fogne. Alla fine i russi prevalsero : alla notizia Hitler si uccide.
Era il 30 aprile. La resa definitiva della Germania è firmata il 7 maggio a
Reims e ratificata il giorno dopo a Berlino.
Dopo la resa della Germania e dell'Italia gli alleati concentrano i loro sforzi
contro il Giappone, che fu costretto alla resa, che fu firmata il 14 agosto,
dal lancio delle bombe atomiche prima su Hiroshima (6 agosto '45) e poi su Nagasaki
(9 agosto '45).
Il dopoguerra in Italia
Nell'aprile del '45 le aspirazioni rivoluzionarie della Resistenza svaniscono
rapidamente. All'arrivo degli Alleati l'amministrazione delle città dell'Italia
settentrionale, già tutte 'liberate', passa nelle mani dei CLN, all'interno
dei quali agiscono i rappresentanti di cinque partiti : PLI, DC, P.d'Azione,
PSI e PCI. La loro forza organizzata e militare è sempre la stessa, ma non si
sa ancora quale sarà la loro forza elettorale. I partiti perciò, accettando
il principio di parità, si considerano uguali ; la ripartizione delle cariche
pubbliche è cioè fatta d'accordo tra loro su un piano di uguaglianza.
A fronte di una situazione del genere al Nord, al centro e al Sud la vita politica
si svolge assai diversamente : il Sud infatti non ha conosciuto la Resistenza
; Roma sì, ma per breve tempo, e poi ha sempre mantenuto strettissimi contatti
con il governo Badoglio.
Su tutta la scena domina il Vaticano. Inoltre a Roma da quasi un anno il governo
regolare ha ripreso a funzionare. Poco dopo la capitale ha assistito al ritorno
alla vita normale, una vita basata sulla tradizione dello Stato ancorata alla
stabilità e contraria a scosse e cambiamenti..
A questo punto fa la comparsa il movimento dell'Uomo qualunque, decisamente
ostile alla politica dei CLN, che nelle elezioni del '46 ottiene 30 deputati.
E' la reazione della piccola e media borghesia dell'Italia da Roma in giù alle
esperienze e alle aspirazioni del Nord. In quanto semplice movimento di protesta
è però destinato a durare poco : alle elezioni del '48 subisce infatti un pesante
crollo.
Ricapitolando possiamo dire che sul quadro politico italiano influisce innanzitutto
la forza militare degli Alleati, che favorisce gli elementi moderati. Di notevole
importanza è poi il ruolo della burocrazia, cioè della struttura amministrative
dello Stato. Si tratta di una forza che possiede una notevole continuità e può
quindi esercitare col tempo un influsso forse superiore a quello dei partiti
che indirizza le scelte politiche del tempo verso la continuità e la conservazione.
In un'Italia devastata, ove tutto appare paralizzato, occorre rimettere in funzione
l'intero ingranaggio statale : il che significa non solo far circolare i treni,
ma imporre di nuovo l'applicazione delle leggi e dei regolamenti e restituire
agli uffici le competenze che spesso hanno perduto. I membri dei CLN avevano
assunto le cariche amministrative in tempi critici : ora era necessario tornare
alla normalità.
Quello che era stato l'iniziale slancio rivoluzionario che aveva portato alla
'liberazione' era quindi infranto : le discussioni per il nuovo governo fra
il CLNAI e i politici di Roma durarono per un mese e mezzo. Presidente del consiglio
sarà Parri, del P.d'Azione, che prevarrà su Nenni (PSI) e De Gasperi (DC). Il
suo governo non dura però a lungo : formato in giugno, cade infatti a novembre
a causa dei liberali, che lasciano il governo.
Nuovo presidente del Consiglio diventa De Gasperi (10 dic.1945). Nel frattempo,
dal 1 gennaio del '46 il governo alleato ha restituito l'amministrazione dei
territori dell'Italia settentrionale al governo italiano.
Poco dopo i prefetti e i questori nominati dai CLN vengono invitati ad entrare
regolarmente nell'amministrazione, cioè a trasformarsi in funzionari dello Stato
: se non accettano, saranno sostituiti da funzionari di carriera. Quasi tutti
non accettano e così a capo delle provincie tornano gli organi del governo :
è un ritorno della tradizione governativa, della forza amministrativa. Quando
ciò avviene, si può dire che il periodo rivoluzionario è completamente concluso.
Un solo punto essenziale del programma della Resistenza 'rivoluzionaria' sarà
però poi realizzato : l'instaurazione della Repubblica, che si avrà con il referendum
del 2 giugno 1946. Lo Stato, il vecchio Stato riprende quindi forza, ricostituisce
i suoi organi, ritrova le suo funzioni.
Coma abbiamo visto durante il periodo della Resistenza ed in mancanza di una
base elettorale, tutti i partiti antifascisti si sono considerati su un piano
di uguaglianza. Questo sistema è seguito ancora nella formazione della Consulta
convocata a Roma il 25 settembre del '45 e che deve collaborare col governo
in vista dell'Assemblea costituente. Tutto cambia con le elezioni amministrative
della primavera del 1946, le prime elezioni dopo la fine della guerra. Per la
prima volta dunque i partiti devono fare appello al voto della popolazione :
la loro forza politica sta quindi ora per affrontare la prova dell'unico termometro
atto a misurare la consistenza politica di un partito : il voto. I risultati,
legati alle singole realtà locali, vedono la prevalenza delle sinistre nel nord-ovest,
della DC a nord-est ; nel centro si ha poi una spiccatissima prevalenza delle
sinistre e nel sud una superiorità alternata della DC e delle sinistre. Non
bisogna poi trascurare il successo avuto nel Mezzogiorno delle liste che non
sono né democristiane né comuniste, come ad esempio quella dell'Uomo qualunque.
Dal risultato complessivo delle elezioni amministrative del '46 si po' dedurre
innanzitutto che fra i vecchi partiti dei CLN il PLI e il Partito d'azione non
godono dell'appoggio delle masse : la lotta è impegnata quindi fra la DC e le
sinistre, comunisti e socialisti. Gli altri partiti non resistono. Le elezioni
politiche, che si svolgono il 2 giugno del '46, non fanno altro che confermare
tale stato di cose. Lo svolgimento della campagna elettorale e delle operazioni
di voto si compie in perfetto ordine, benché la lotta dei partiti sia accanita
e benchè alla questione delle elezioni per la Costituente si aggiunga quella
del regime istituzionale, repubblicano o monarchico.
Il risultato conferma i rapporti di forza emersi dalle elezioni amministrative,
almeno per il Nord e il Centro. Solo a partire dalla provincia di Roma si può
notare una differenza nei risultati fra politiche e amministrative : nelle politiche
la DC è infatti superiore ovunque tranne in Basilicata, dove è alla pari con
socialisti e comunisti. Per gli altri partiti è la disfatta.
Nello steso giorno delle elezioni politiche si decide con un referendum la questione
istituzionale : all'opinione pubblica si chiede infatti di scegliere tra monarchia
e repubblica. PCI, P.d'azione e PSI sono apertamente repubblicani fin dall'inizio
; successivamente si pronuncia in tal senso anche la DC, pur non obbligando
i suoi membri a votare in tal senso. I risultati vedono prevalere la repubblica,
che ottiene 12.717.923 voti contro i 10.719.284 della monarchia : nasce quindi
la Repubblica italiana, il cui primo presidente è Enrico De Nicola.
CRONOLOGIA
- 22 maggio 1939 Italia e Germania firmano il Patto d'acciaio
- 3 settembre 1939 Inghilterra e Francia dichiarano guerra alla Germania : inizia
la seconda guerra mondiale
- 10 giugno 1940 l'Italia dichiara guerra a Francia e Inghilterra
- 14 giugno 1940 le truppe tedesche entrano a Parigi . Petàin forma il nuovo
governo francese.
- 22 giugno 1940 Petàin firma l'armistizio con Germania e l'Italia
- 27 settembre 1940 Germania, Italia e Giappone firmano il Patto tripartito
- 28 ottobre 1940 attacco italiano alla Grecia
- 22 giugno del 1941 i tedeschi mettono in atto il piano "Barbarossa"
(attacco all'Unione Sovietica). In breve tempo invadono gran parte della Russia.
- 6-7 dicembre 1941 : attacco giapponese a Pearl Harbor contro unità americane.
Intervento degli Stati Uniti contro il Giappone. Italia e Germania dichiarano
guerra agli U.S.A.
- 26 giugno 1942 Hitler riprende la campagna in Unione Sovietica. L'avanzata
tedesca giunge fino alle porte di Stalingrado.
- 22 - 23 ottobre 1942 battaglia di El Alamein. Gli Alleati, meglio armati ed
equipaggiati, hanno la meglio su italiani e tedeschi
- 19 novembre 1942 i sovietici liberano Stalingrado e bloccano l'avanzata nazista
- 9 luglio 1943 gli americani sbarcano in Sicilia
- 25 luglio 1943 Il Gran Consiglio del fascismo mette Mussolini in minoranza.
Vittorio Emanuele III fa arrestare Mussolini e nomina presidente del consiglio
il maresciallo Badoglio.
- 3 settembre 1943 Badoglio firma l'armistizio con gli alleati a Cassibile.
La notizia è resa nota l'8 settembre. I tedeschi invadono l'Italia. Il re ed
il governo fuggono a Brindisi.
- 12 settembre 1943 Mussolini, liberato dai tedeschi sul Gran Sasso fonda la
Repubblica Sociale Italiana.
- 6 giugno 1944 sbarco alleato in Normandia
- febbraio 1945 conferenza di Yalta fra Stalin, Churchill e Roosvelt. Si decide
l'attacco decisivo contro la Germania.
- 25 aprile 1945 l'Italia settentrionale è completamente liberata
- 27 aprile 1945 Mussolini, catturato a Dongo, viene fucilato insieme a Claretta
Petacci
- 30 aprile 1940 Hitler muore a Berlino
- 7 maggio 1945 la resa della Germania è firmata a Reims.
- giugno 1945 in Italia viene formato il governo Parri
- 6 agosto 1945 gli americani lanciano la prima bomba atomica sulla città giapponese
di Hiroscima : 80.000 morti.
- 9 agosto 1945 bomba atomica sulla città di Nagasaki : 40.000 morti
- dicembre 1945 al governo Parri subentra il governo De Gasperi, formato con
la collaborazione di tutti i partiti aderenti al Comitato di liberazione nazionale.
- 2 giugno 1946 elezioni per l'Assemblea costituente e referendum istituzionale
in Italia. Nasce la Repubblica : il primo presidente è De Nicola.
- 10 febbraio 1947 i trattati di pace vengono firmati a Parigi.
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